Tribunale Pescara, Sentenza n.14 del 26 aprile 2022: mutuo ingannevole, banca dovrà risarcire

La nostra sentenza di Cassazione incomincia a dare i suoi frutti... Piano piano i giudici di tutta Italia stanno cambiando opinione sulla nostra situazione comprendendo che dietro c'è molto di più e certamente non bastano due informative post-mutuo a chiarire e sistemare una situazione che ha rovinato, e per molti continua tutt'ora, economicamente e psicologicamente le famiglie.

"Il tribunale, non definitivamente pronunciando nel procedimento iscritto al n./2018 RG, così decide:

dichiara, per quanto in parte motiva, la nullità delle clausole di cui agli arti.4, 4bis, 7 e 7 bis del contratto di mutuo...

rigetta la domanda attorea di nullità per erronea indicazione dell'ISC/Taeg in relazione al predetto contratto di mutuo;

Dispone la rimessione della causa sul ruolo come da separata ordinanza;

Spese al definitivo."

Ora sarà un CTU a dover mettere mano alla situazione, ma siamo certi, così com'è successo altre volte che tutto finirà ancora in favore del consumatore.

Ricordiamoci sempre che la problematica non si limita all'estinzione anticipata ma comprende tutte le rate di mutuo in quanto la rivalutazione (oggetto di nullità) opera su ogni singola rata con adeguamento semestrale. Ma anche su questo punto non smetteremo mai di lavorarci!

Continuate a lottare e a condividere le informazioni... solo così arriveremo tutti ad una VERA Vittoria schiacciante!

Uniti e avanti sempre!

Tribunale-di-Pescara- Sentenza-14-del-26-4-22-mutuo-franco-svizzero

Tribunale di Savona – Accoglimento totale del 08/04/2022 RG n. 1362/2021

E quando Milano non ci sente... gli altri Tribunali d'Italia ci seguono!

In questo caso il Giudice Alberto Princiotta ha dato piena ragione ai consumatori sottolineando quanto segue:

La domanda è fondata risultando la clausola negoziale effettivamente viziata per difetto di chiarezza e comprensibilità.

Tale clausola non era stata oggetto di alcuna trattativa effettiva come risulta evidente considerando la molteplicità di contratti di identico tenore convenuti dalla Barclays e l’ entità di contenzioso analogo a quello per cui è causa che ne è conseguita (come risulta dagli allegati agli atti).

 La clausola, inoltre, in difetto di alcuna prova neppure dedotta, non può ritenersi convenuta nel rispetto di adeguati parametri informativi nonostante risultasse inserita in un prodotto finanziario particolarmente rischioso per un consumatore privo di peculiari competenze in quanto        soggetto ad un doppio profilo di rischio: sia finanziario che valutario.

La banca assume che la dicitura “capitale restituito” debba intendersi alla stregua di “capitale residuo”.

Tale interpretazione, tuttavia, non può essere condivisa in quanto supera il dato letterale contenuto in un atto notarile e non pare esigibile da parte di un consumatore al quale prima o contestualmente alla stipula del mutuo, non risultano forniti adeguati chiarimenti.

Significativamente, invece, tali spiegazioni sono stati date successivamente in due occasioni in relazione all’ anomalo apprezzamento del franco svizzero sull’ euro che, successivamente, ha anche determinato la Banca a ritirare il prodotto.

È evidente, tuttavia, che tali chiarimenti successivi appaiono irrilevanti ai fini di causa in quanto successivi alla stipula del mutuo.

A tali conclusioni era pervenuta anche l’ Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato nella nota decisione n. 27214 resa nei confronti della BARCLAYS proprio in tema di mutui indicizzati al franco svizzero (decisione agli atti, prodotta sub. 8 dai ricorrenti).

Tale decisione appare significativa e -come recentemente considerato dalla Corte di Cassazione chiamata a pronunciarsi su una fattispecie identica a quella per cui è causa- in tema di assenza di chiarezza e comprensibilità della clausola, assume una valenza probatoria nei giudizi civili ordinari

La clausola convenuta in difetto di adeguati riscontri informativi e che dà luogo ad un regolamento negoziale ambiguo e di difficile comprensione da parte di un soggetto privo di peculiari competenze finanziarie va, quindi, dichiarata nulla.

per questi motivi

Il Tribunale di Savona, definitivamente pronunciando nel contraddittorio delle parti,

disattesa ogni diversa e contraria istanza, eccezione e deduzione, per le ragioni indicate in motivazione, così provvede:

  • dichiara la nullità della clausola di cui all’art. 7, comma 5, inserita nel mutuo stipulato inter partes;.
  • conseguentemente accerta e dichiara il diritto dei signori Gulli e Cazzola di estinguere il mutuo de quo a fronte del versamento del solo importo dovuto a titolo di capitale residuo senza applicazione di alcuna somma a titolo di “rivalutazione” o di altri oneri aggiuntivi.

Ci possiamo ritenere parzialmente soddisfatti poichè in questo caso non sono stati toccati anche altri argomenti importanti che coinvolgono anche l'art.4 del mutuo e di conseguenza il ricalcolo dell'intero mutuo dall'origine ad oggi, ma come abbiamo sempre detto ci arriveremo perchè abbiamo la piena ragione... si tratta solo di tempo!

Orgogliosi comunque di aver gettato le basi che hanno permesso ad altri colleghi il raggiungimento di tali risultati!

Se si combatte (non basta attendere tempi migliori...), la Giustizia arriva!!!

Uniti e avanti sempre!

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AVVISO DI CONVOCAZIONE DI ASSEMBLEA DEI SOCI – 22.04.2022

AVVISO DI CONVOCAZIONE DI ASSEMBLEA DEI SOCI 

Longare, 26.03.2022

A tutti i Soci, loro famigliari e loro indirizzi

E’ convocata con l’Assemblea dei Soci della Associazione TuConFin Aps Tutela Consumatori Finanziari, in prima convocazione per il giorno venerdi 22.04.2022 ore 23,30 presso la sede dell’associazione ed in seconda convocazione per il giorno sabato  23.04.2022 alle ore 10,00 tramite videoconferenza Teams (Clicca qui) per discutere e deliberare sul seguente Ordine del Giorno:

1.  Relazione del Presidente sull’attività svolta nel 2021

2.  Approvazione del bilancio consuntivo 2021 e preventivo esercizio 2022

3.  Nomina del nuovo CDA

4.  Varie ed eventuali

Potranno partecipare ed esprimere il loro voto tutti i soci in regola con il pagamento della quota associativa annuale. I soci assenti possono delegare altro socio in regola con la quota annuale a rappresentarli nelle votazioni assembleari, purché la delega sia conferita per iscritto, e ciascun socio presente non venga delegato da più di 15 soci assenti. (art.4 dello statuto). Alleghiamo quindi il modulo di delega da firmare. Al fine di agevolare lo svolgimento dell’Assemblea via Teams e di consentire al presidente di accertare l’identità e la legittimazione degli intervenuti, di regolare lo svolgimento dell’assemblea, di constatare e proclamare i risultati della votazione, Vi chiediamo di dare la Vostra adesione.

Tutte le comunicazioni sono state inviate ai soci, via email, in data 26.03.2022.

AVVISO DI CONVOCAZIONE DI ASSEMBLEA DEI SOCI – 09.02.2022

AVVISO DI CONVOCAZIONE DI ASSEMBLEA DEI SOCI 

Longare, (Vi) 04.02.2022

A tutti i Soci, loro indirizzi

CONVOCAZIONE URGENTE ASSEMBLEA ORDINARIA DEI SOCI

Facendo seguito alla comunicazione da parte della Regione Veneto che ci da 10 gg per opporre ricorso alla decisione di sospensione iscrizione al RUNTS della nostra associazione per modifiche che si rendono necessarie al nostro statuto

il Presidente convoca tutti i soci

in prima convocazione per il giorno martedi 08.02.2022 ore 23,30 presso la sede dell’associazione ed in seconda convocazione per il giorno mercoledi  09.02.2022 alle ore 19,30 tramite videoconferenza Teams (Clicca qui)per discutere e deliberare sul seguente Ordine del Giorno:

  1.  Modifiche Statuto Tuconfin
  2. Varie ed eventuali

Il Presidente 

Franca Berno

Buon anno nuovo a tutti i soci!

Carissimi Soci,

quest'anno vi auguriamo un buon anno nuovo attraverso un piccolo riepilogo che vi abbiamo inviato via email!

Il 2021 è stato un buon anno a livello "giuridico", ma confidiamo che il 2022 sia ancora meglio grazie all'aiuto di tutti Voi!

Non molliamo... Uniti e avanti sempre!!

Tantissimi auguri

Franca Berno, Sheila Meneghetti e da tutto lo staff di Tuconfin

 

Tribunale della Spezia, Sentenza n. 739/2021 del 20 Dicembre2021, un’altra vittoria per il consumatore!

E dopo la vittoria di Febbraio, con la Sentenza n.77/2021, il Tribunale della Spezia torna alla carica con un'altra vittoria schiacciante a favore dei consumatori.

A seguito di complessa  c.t.u. relativa ad un contratto di mutuo in euro con clausola di indicizzazione al franco svizzero, il Tribunale ha dichiarato la "nullità parziale" del contratto  in ragione dell"’indeterminatezza delle clausole contenenti l’indicazione del tasso d’interessi". Secondo il C.t.u. chiamato a valutare gli effetti delle clausole impugnate, le operazioni di conguaglio finanziario e valutario, pur essendo menzionate nel testo contrattuale, non risultano “determinate specificamente per modalità di applicazione e criteri di calcolo”: in particolare manca del tutto “la determinazione del meccanismo di conversione della valuta”.

Inoltre, aspetto molto importante non affrontato nelle precedenti decisioni dei tribunali chiamati a pronunciarsi con  riguardo ai mutui stipulati da  Barklays, "l’esame della documentazione contrattuale conduce a rilevare palesi profili di indeterminatezza con riferimento alla omessa esplicitazione dei criteri impiegati nella determinazione del piano di rimborso, non indicando, nello specifico, né il regime finanziario (semplice o composto)  né la modalità di calcolo e imputazione degli interessi“. Il C.t.u.  ha infatti verificato che "la rata mensile è stata determinata in regime finanziario composto, con capitalizzazione mensile": tale aspetto, secondo il Tribunale,   non risulta  esplicitato nella documentazione contrattuale.

Il Tribunale ha dunque disposto che "il piano di ammortamento prosegua tenuto conto del tasso sostitutivo dei BOT alla data della stipula del contratto” condannando altresì BARCLAYS BANK PLC  a restituire  gli interessi pagati in eccedenza; conseguentemente, nulla è dovuto in virtù della clausola di indicizzazione che, nelle more, aveva determinato l'accumulo di un debito di circa 70.000,00 euro.

Per la precisione, il Tribunale della Spezia, in composizione monocratica, definitivamente pronunciando:

- dichiara la nullità parziale del contratto di cui in motivazione relativamente alle pattuizioni in punto di quantificazione degli interessi, per violazione dell’art. 117 T.U.B. e, per l’effetto:

- dispone che il piano di ammortamento prosegua tenuto conto del tasso sostitutivo dei BOT alla data della stipula del contratto;

- condanna la BARCLAYS BANK PLC, in persona del rappresentante legale p.t., a restituire a ........ la somma di € 12.709,87, oltre interessi nella misura legale dalla data della domanda al saldo effettivo;

- condanna la convenuta a rifondere all’attrice le spese di lite, che liquida in € 7.500,00 per compenso del difensore ed € 518,00 per spese di iscrizione, oltre alle spese di CTU, come liquidate, nella misura concretamente sopportata, e spese generali, cpa ed iva di legge. Con distrazione in favore dei difensori che si sono dichiarati antistatari, ex art. 93c.p.c.

Come vi abbiamo sempre detto... seppur piano piano, la verità sta emergendo. Continuiamo a lottare e alla fine vinceremo tutti! Uniti e avanti sempre!!

Leggi qui anche i precedenti articoli collegati:

Settegiorni: La battaglia di 10mila famiglie contro i «mutui capestro»

IL CASO: L’albairatese Sheila Meneghetti è la vicepresidente di Tuconfin, associazione che cerca giustizia per i mutuatari coinvolti nella vicenda Barclays

La battaglia di 10mila famiglie contro i «mutui capestro»

L’indicizzazione al franco svizzero costa in media 100mila euro in più: «Clausole non chiare, ci siamo rivolti al Ministero dell’Economia»

ALBAIRATE (ufd) Ritrovarsi vincolati ad un mutuo che pur passando gli anni non si estingue e che rende praticamente impossibile anche pensare di cedere il proprio immobile: sono quasi 10mila le famiglie italiane che si trovano in questa sgradevole e complicata situazione.

Si tratta di quanti hanno sottoscritto mutui indicizzati al franco svizzero proposti dal 1993 dapprima dalla banca inglese Woolwich, poi dal 2006 incorporata nella Barclays. Proprio aver agganciato i mutui al franco svizzero ha portato i mutuatari a vedersi costretti a rimborsare cifre molto maggiori di quelle preventivate.

Quanto? Anche 100mila euro in più in media a mutuo, al netto di quelli che sono i normali oneri già normalmente contemplati dal mutuo. Conseguenze di effetti e fenomeni del mercato finanziario e del rapporto tra Euro ed altre valute estere che però – questo è il nodo della vicenda – la banca inglese non avrebbe mai prospettato in modo trasparente ai propri clienti. Chi a partire dal 2012 ha tentato di estinguere anticipatamente il proprio mutuo o ottenere la surroga tramite decreto Bersani, ha avuto la doccia fredda scoprendo il reale importo di quanto ancora dovuto alla banca. Una situazione che rende complicato anche rivendere il proprio immobile. Sono coinvolte anche famiglie del nostro territorio, molte delle quali si sono riunite nell’associazione Tuconfin, la cui vicepresidente è l’albairatese Sheila Meneghetti.

La battaglia per ottenere giustizia rispetto a quello che si ritiene essere «un significato squilibrio dei diritti e degli obblighi derivati dal contratto» dovuto a clausole «redatte in modo non chiaro e comprensibile» e che «possono essere qualificate vessatorie o abusive e pertanto affette da nullità» è ancora in pieno svolgimento. L’Antitrust nel 2018 si è espressa a favore dei clienti Barclays, così come i giudici della Cassazione con una recente sentenza che ha ribaltato il verdetto precedentemente espresso in Appello. E ci sono anche centinaia di pronunciamenti dell’arbitro bancario e finanziario (Abf), che tuttavia non può irrogare sanzioni realmente vincolanti nei confronti di Barclays.

Per questo Meneghetti e gli altri associati a Tuconfin si sono rivolti anche al Parlamento italiano: «Migliaia di persone si sono fidate di quanto hanno firmato – spiega Meneghetti – Il mutuo era venduto in euro, ed in euro erano tutte le comunicazioni. Nulla lasciava presa- gire che il mutuo fosse indicizzato al franco svizzero. Io stessa quando ho tentato la surroga nel 2010 mi sono ritrovata con oltre 40mila euro in più da pagare e da allora il franco ha continuato a peggiorare. Il mio mu- tuo non cala, nessuna banca vuole a queste condizioni farsi carico della surroga e non posso vendere. Crediamo che oltre alle 10mila famiglie note ce ne possano essere molte altre che per le più varie ragioni non si sono ancora manifestate. Io ho scoperto di non essere l’unica solo facendo delle ricerche su internet. Da allora abbiamo raccolto numerose testimonianze e avviato numerosi contenziosi». Ma la Giustizia ha i suoi tempi, Barclays continua a negare che ci siano state zone d’ombra e migliaia di famiglie si trovano costrette a vivere una situazione che condiziona qualsiasi scelta sul futuro.

Tuconfin ha ora chiesto un tavolo di concertazione al Ministero dell'Economia e Finanze, richiesta avanzata ai componenti della com- missione parlamentare di vigilanza delle banche presieduta da Carla Ruocco. L’obiettivo sarebbe «individuare in tempi brevi, definiti e certi, soluzioni comuni per tutti i mutuatari coinvolti nei mutui indicizzati al franco svizzero o de- nominati in valuta estera, garantendo uniformità e parità di trattamento».

Spiega Meneghetti: «Già nel 2018 con l’onorevole Simonetta Rubi- nato avevamo chiesto al Mef una verifica su questo tipo di mutuo ed erano emerse delle criticità. Oggi chiediamo ancora che si trovi una soluzione bonaria in favore delle famiglie. Un mutuo è qualcosa che coinvolge tre generazioni: non solo noi, ma anche i nostri figli ed i nostri genitori che spesso ci fanno da garanti».

Federico Ughi

 

Venerdì 22 ottobre 2021_Settegiorni_Albairate

Puoi leggere l'articolo anche qui: https://primamilanoovest.it/cronaca/la-battaglia-di-10mila-famiglie-contro-i-mutui-capestro/

IlSole24Ore – PLUS: Risparmio tradito_I mutui in franchi svizzeri arrivano nelle aule parlamentari

Mutui Barclays. "Bisogna aprire un tavolo al Mef"

E' la richiesta dei risparmiatori durante l'audizione alla Camera

di Vitagliano D'Angerio

Un tavolo di concertazione al Ministero dell'Economia e Finanze (MEF). E' stata la richiesta dei rappresentanti di Tuconfin, l'associazione a tutela dei consumatori finanziari e in particolare delle 10mila famiglie italiane che hanno sottoscritto i mutui Barclays indicizzati al franco svizzero.  La richiesta è stata avanzata ai componenti della commissione parlamentare di vigilanza delle banche presieduta da Carla Ruocco. Obiettivo del tavolo di concertazione, a cui dovrebbero partecipare le principali associazioni dei consumatori e quelle che rappresentano le banche, è "individuare in tempi brevi, definiti e certi, soluzioni comuni per tutti i mutuatari  coinvolti nei mutui indicizzati al franco svizzero o denominati in valuta estera, garantendo uniformità e parità di trattamento".

La Storia

Risalgono al 1993 i primi mutui agganciati al franco svizzero. Il problema però è scoppiato quando alcuni clienti della banca inglese Barclays hanno deciso di estinguere in via anticipata questi mutui scoprendo, a sorpresa, di dover rimborsare cifre ben più alte di quelle preventivate. Il primo articolo che ha messo in luce la vicenda è stato pubblicato proprio su Plus24 l'11 agosto del 2012. Da allora ci sono state molte vertenze che martedì scorso sono addirittura approdate in Parlamento.

Centomila euro a famiglia

"A titolo esplicativo e facendo un calcolo medio al ribasso sui contratti di mutuo erogati, ogni famiglia paga indicativamente 100mila euro in più, oltre agli oneri già pagati normalmente dal mutuo": è quanto ha dichiarato ieri in commissione vigilanza Franca Berno, presidente di Tuconfin che assieme alla sua vice Sheila Meneghetti e all'Avvocato Alberto Tedoldi, da anni, portano avanti la battaglia.

I 300 tentativi con l'arbitro

Sono stati ben 300 i ricorsi all'arbitro bancario e finanziario (ABF) che ha dato più volte ragione ai mutuatari. L'Abf però ha le armi spuntate: "Le pronunce sono rimaste lettera morta - si legge nella relazione presentata da Tuconfin in commissione -, perchè le sanzioni che l'Abf può irrogare non sono vincolanti e Barclays non ha mai avuto interesse alcuno ad adempiervi, a maggior ragione essendo uscita ormai da tempo dal territorio italiano, dove ha chiuso tutte le filiali. In ogni caso l'inadempimento è sanzionato con cifre irrisorie (200 euro)".

Antitrust e Cassazione 

Le vertenze giudiziarie davanti ai tribunali italiani hanno registrato vittorie e sconfitte. Ma è stato l'Agcm (Antitrust) a dare per primo ragione su tutta la linea ai clienti Barclays: il 09 luglio 2018, l'authority sottolinea che "al momento della sottoscrizione del contratto il consumatore non viene reso edotto in merito ai rischi di interesse e di cambio". La Cassazione, giudicando sulla vicenda di due mutuatari Barclays, a fine agosto ha annullato la sentenza della Corte d'Appello di Milano spiegando che "in tema di contratti conclusi fra professionista e consumatore, le clausole redatte in modo non chiaro e comprensibile possono essere qualificate vessatorie o abusive e pertanto affette da nullità, se determinano a carico del consumatore un significato squilibrio dei diritti e degli obblighi derivati dal contratto".

IlSole24Ore_Plus24_Mutui Barclays_Bisogna aprire un tavolo al Mef

La Repubblica.it: Consumatori beffati dai mutui in franchi svizzeri: il caso dei maxi-rincari di Barclays sbarca in Parlamento

Consumatori beffati dai mutui in franchi svizzeri: il caso dei maxi-rincari di Barclays sbarca in Parlamento

Fino al 2009 più di 10mila persone hanno scelto il prodotto della banca inglese Barclays e si sono trovati a pagare decine di migliaia di euro in più rispetto alle aspettative. Ora la Commissione parlamentare delle banche si occupa della questione

Sembrava un mutuo sulla prima casa come tanti. Anzi, a sentire i sottoscrittori, in Italia veniva venduto come "senza rischi, vantaggioso e soggetto a un minor tasso di interesse". Ma aveva una particolarità non di immediata comprensione: era indicizzato al franco svizzero. Scelto da più di 10mila persone, ha fatto sì che molti si siano trovati a pagare decine di migliaia di euro in più rispetto alle aspettative. Franca Berno, presidente dell'associazione Tutela consumatori finanziari (Tuconfin), durante l'audizione davanti alla commissione parlamentare d'inchiesta sul sistema bancario e finanziario, ha raccontato la vicenda del prodotto venduto dalla banca inglese Barclays fino al 2009.

L'audizione

"Con la commissione abbiamo deciso di approfondire il tema perché si tratta dei risparmi di una vita di moltissime famiglie. Che sono rimaste soffocate dal debito contratto e imprigionate in un meccanismo finanziario di fatto inestinguibile e dal quale non riescono più a uscire", ha precisato Berno. Secondo quanto emerso in commissione, è stata la scarsa trasparenza e la poca chiarezza del contratto a far indebitare i contraenti che si trovano oggi a pagare rate maggiorate anche del 50%.Carla Ruocco, presidente della commissione parlamentare, ha evidenziato che "a titolo esplicativo, la dottoressa Berno ha sottolineato che ogni famiglia paga indicativamente 100mila euro in più, oltre agli oneri già previsti dal mutuo". Coloro che hanno sottoscritto i mutui Barclays, si trovano quindi in grande difficoltà ed aspettano una risposta rapida e concreta. "La commissione banche è decisa a lavorare per supportare i cittadini in questa complessa vicenda. I risparmi degli italiani sono sacri, siamo decisi per questo a indagare con estrema attenzione su quanto accaduto", ha aggiunto la Ruocco.

Il meccanismo del mutuo

Il mutuo veniva pubblicizzato in euro, ma era indicizzato al Libor e al cambio franco svizzero - euro. Il meccanismo risultava così complesso che, per comprenderlo, è stato necessario "sentire analisti finanziari", ha raccontato l'avvocato Alberto Tedoldi, legale di fiducia dell'associazione Tuconfin, durante l'audizione. Dal1993 la banca Woolwich per tredici anni aveva venduto più di 6mila mutui e poi la Barclays, che ha acquisito l'altro istituto bancario inglese, ne ha fatti sottoscrivere altri 3 mila, grazie a una massiccia campagna pubblicitaria. Il prodotto veniva venduto quando il tasso di cambio era ai massimi storici e con una soglia di sicurezza fissata a 1,2. Limite che poi è saltato nel 2015 facendo schizzare il valore del franco svizzero e anche l'ammontare delle rate da pagare. Scoperta che avveniva in caso di surroga o estinzione del mutuo. Con la banca che arrivava a chiedere la rivalutazione monetaria. La stessa Berno ha ricordato che lei ha dovuto pagare 28mila euro in più rispetto agli 80mila richiesti. E precisa che il prodotto finanziario non è "mai stato qualificato come mutuo in valuta estera" e che "i tassi di cambio erano perfino superiori a quello storico: anche se il muto fosse stato estinto il giorno stesso della sottoscrizione ci sarebbe stata una perdita".

Sembrava un mutuo sulla prima casa come tanti. Anzi, a sentire i sottoscrittori, in Italia veniva venduto come "senza rischi, vantaggioso e soggetto a un minor tasso di interesse". Ma aveva una particolarità non di immediata comprensione: era indicizzato al franco svizzero. Scelto da più di 10mila persone, ha fatto sì che molti si siano trovati a pagare decine di migliaia di euro in più rispetto alle aspettative. Franca Berno, presidente dell'associazione Tutela consumatori finanziari (Tuconfin), durante l'audizione davanti alla commissione parlamentare d'inchiesta sul sistema bancario e finanziario, ha raccontato la vicenda del prodotto venduto dalla banca inglese Barclays fino al 2009.

L'audizione

"Con la commissione abbiamo deciso di approfondire il tema perché si tratta dei risparmi di una vita di moltissime famiglie. Che sono rimaste soffocate dal debito contratto e imprigionate in un meccanismo finanziario di fatto inestinguibile e dal quale non riescono più a uscire", ha precisato Berno. Secondo quanto emerso in commissione, è stata la scarsa trasparenza e la poca chiarezza del contratto a far indebitare i contraenti che si trovano oggi a pagare rate maggiorate anche del 50%.Carla Ruocco, presidente della commissione parlamentare, ha evidenziato che "a titolo esplicativo, la dottoressa Berno ha sottolineato che ogni famiglia paga indicativamente 100mila euro in più, oltre agli oneri già previsti dal mutuo". Coloro che hanno sottoscritto i mutui Barclays, si trovano quindi in grande difficoltà ed aspettano una risposta rapida e concreta. "La commissione banche è decisa a lavorare per supportare i cittadini in questa complessa vicenda. I risparmi degli italiani sono sacri, siamo decisi per questo a indagare con estrema attenzione su quanto accaduto", ha aggiunto la Ruocco.

Il meccanismo del mutuo

Il mutuo veniva pubblicizzato in euro, ma era indicizzato al Libor e al cambio franco svizzero - euro. Il meccanismo risultava così complesso che, per comprenderlo, è stato necessario "sentire analisti finanziari", ha raccontato l'avvocato Alberto Tedoldi, legale di fiducia dell'associazione Tuconfin, durante l'audizione. Dal1993 la banca Woolwich per tredici anni aveva venduto più di 6mila mutui e poi la Barclays, che ha acquisito l'altro istituto bancario inglese, ne ha fatti sottoscrivere altri 3 mila, grazie a una massiccia campagna pubblicitaria. Il prodotto veniva venduto quando il tasso di cambio era ai massimi storici e con una soglia di sicurezza fissata a 1,2. Limite che poi è saltato nel 2015 facendo schizzare il valore del franco svizzero e anche l'ammontare delle rate da pagare. Scoperta che avveniva in caso di surroga o estinzione del mutuo. Con la banca che arrivava a chiedere la rivalutazione monetaria. La stessa Berno ha ricordato che lei ha dovuto pagare 28mila euro in più rispetto agli 80mila richiesti. E precisa che il prodotto finanziario non è "mai stato qualificato come mutuo in valuta estera" e che "i tassi di cambio erano perfino superiori a quello storico: anche se il muto fosse stato estinto il giorno stesso della sottoscrizione ci sarebbe stata una perdita".

I ricorsi

I sottoscrittori che non riuscivano più a pagare si sono visti espropriare la prima casa e venire segnalati alle centrali rischi come cattivi pagatori. Da qui i ricorsi. "Ce ne sono stati molti, tutti a favore dei consumatori. A partire da quelli davanti all'Arbitro bancario finanziario (Abf)", racconta Berno durante l'audizione. Ma le decisioni dell'ente non sono vincolanti e sono state disattese dalla Barclays. Il 31 agosto 2021 si è pronunciata anche la Cassazione, dichiarando nulle le clausole perché non chiare e rinviando il processo in appello. L'avvocato Tedoldi ha sottolineato che "la banca ha fatto transazioni per evitare precedenti negativi". L'istituto bancario, finora, ha preferito fare accordi individuali con i sottoscrittori.

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Consumatori beffati dai mutui in franchi svizzeri: il caso dei maxi-rincari di Barclays sbarca in Parlamento - la Repubblica

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