Settegiorni: La battaglia di 10mila famiglie contro i «mutui capestro»

IL CASO: L’albairatese Sheila Meneghetti è la vicepresidente di Tuconfin, associazione che cerca giustizia per i mutuatari coinvolti nella vicenda Barclays

La battaglia di 10mila famiglie contro i «mutui capestro»

L’indicizzazione al franco svizzero costa in media 100mila euro in più: «Clausole non chiare, ci siamo rivolti al Ministero dell’Economia»

ALBAIRATE (ufd) Ritrovarsi vincolati ad un mutuo che pur passando gli anni non si estingue e che rende praticamente impossibile anche pensare di cedere il proprio immobile: sono quasi 10mila le famiglie italiane che si trovano in questa sgradevole e complicata situazione.

Si tratta di quanti hanno sottoscritto mutui indicizzati al franco svizzero proposti dal 1993 dapprima dalla banca inglese Woolwich, poi dal 2006 incorporata nella Barclays. Proprio aver agganciato i mutui al franco svizzero ha portato i mutuatari a vedersi costretti a rimborsare cifre molto maggiori di quelle preventivate.

Quanto? Anche 100mila euro in più in media a mutuo, al netto di quelli che sono i normali oneri già normalmente contemplati dal mutuo. Conseguenze di effetti e fenomeni del mercato finanziario e del rapporto tra Euro ed altre valute estere che però – questo è il nodo della vicenda – la banca inglese non avrebbe mai prospettato in modo trasparente ai propri clienti. Chi a partire dal 2012 ha tentato di estinguere anticipatamente il proprio mutuo o ottenere la surroga tramite decreto Bersani, ha avuto la doccia fredda scoprendo il reale importo di quanto ancora dovuto alla banca. Una situazione che rende complicato anche rivendere il proprio immobile. Sono coinvolte anche famiglie del nostro territorio, molte delle quali si sono riunite nell’associazione Tuconfin, la cui vicepresidente è l’albairatese Sheila Meneghetti.

La battaglia per ottenere giustizia rispetto a quello che si ritiene essere «un significato squilibrio dei diritti e degli obblighi derivati dal contratto» dovuto a clausole «redatte in modo non chiaro e comprensibile» e che «possono essere qualificate vessatorie o abusive e pertanto affette da nullità» è ancora in pieno svolgimento. L’Antitrust nel 2018 si è espressa a favore dei clienti Barclays, così come i giudici della Cassazione con una recente sentenza che ha ribaltato il verdetto precedentemente espresso in Appello. E ci sono anche centinaia di pronunciamenti dell’arbitro bancario e finanziario (Abf), che tuttavia non può irrogare sanzioni realmente vincolanti nei confronti di Barclays.

Per questo Meneghetti e gli altri associati a Tuconfin si sono rivolti anche al Parlamento italiano: «Migliaia di persone si sono fidate di quanto hanno firmato – spiega Meneghetti – Il mutuo era venduto in euro, ed in euro erano tutte le comunicazioni. Nulla lasciava presa- gire che il mutuo fosse indicizzato al franco svizzero. Io stessa quando ho tentato la surroga nel 2010 mi sono ritrovata con oltre 40mila euro in più da pagare e da allora il franco ha continuato a peggiorare. Il mio mu- tuo non cala, nessuna banca vuole a queste condizioni farsi carico della surroga e non posso vendere. Crediamo che oltre alle 10mila famiglie note ce ne possano essere molte altre che per le più varie ragioni non si sono ancora manifestate. Io ho scoperto di non essere l’unica solo facendo delle ricerche su internet. Da allora abbiamo raccolto numerose testimonianze e avviato numerosi contenziosi». Ma la Giustizia ha i suoi tempi, Barclays continua a negare che ci siano state zone d’ombra e migliaia di famiglie si trovano costrette a vivere una situazione che condiziona qualsiasi scelta sul futuro.

Tuconfin ha ora chiesto un tavolo di concertazione al Ministero dell'Economia e Finanze, richiesta avanzata ai componenti della com- missione parlamentare di vigilanza delle banche presieduta da Carla Ruocco. L’obiettivo sarebbe «individuare in tempi brevi, definiti e certi, soluzioni comuni per tutti i mutuatari coinvolti nei mutui indicizzati al franco svizzero o de- nominati in valuta estera, garantendo uniformità e parità di trattamento».

Spiega Meneghetti: «Già nel 2018 con l’onorevole Simonetta Rubi- nato avevamo chiesto al Mef una verifica su questo tipo di mutuo ed erano emerse delle criticità. Oggi chiediamo ancora che si trovi una soluzione bonaria in favore delle famiglie. Un mutuo è qualcosa che coinvolge tre generazioni: non solo noi, ma anche i nostri figli ed i nostri genitori che spesso ci fanno da garanti».

Federico Ughi

 

Venerdì 22 ottobre 2021_Settegiorni_Albairate

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