LIBOR, EURIBOR e mutui in franchi svizzeri: quando la manipolazione si paga a caro prezzo. Ma solo i cittadini.
Nel 2023 il giornalista della BBC Andy Verity ha pubblicato Rigged, un libro-inchiesta che smonta la narrazione ufficiale sullo scandalo della manipolazione dei tassi interbancari LIBOR ed EURIBOR, scoppiato a seguito della crisi finanziaria del 2008. Secondo Verity, non furono semplici “mele marce” – alcuni trader isolati – a truccare i tassi, ma furono le stesse istituzioni finanziarie, supportate da governi e banche centrali, a orchestrare consapevolmente la manipolazione per proteggere la stabilità apparente del sistema bancario.
Le sue rivelazioni si basano su registrazioni audio inedite di conversazioni tra trader di Barclays, da cui emerge chiaramente come la Banca d’Inghilterra e membri del governo britannico esercitarono pressioni affinché venissero comunicati tassi più bassi rispetto a quelli reali. Questa pratica, nota come lowballing, serviva a rassicurare i mercati in un momento di panico globale.
Tuttavia, le indagini giudiziarie che seguirono colpirono solo i livelli più bassi della catena. Trader come Tom Hayes e Carlo Palombo sono stati condannati e incarcerati, mentre chi impartiva gli ordini è rimasto nell’ombra. Anche dopo che nuove prove hanno indicato che molti di loro agivano su istruzioni superiori, nessuna revisione dei processi è stata concessa.
Questa vicenda, apparentemente lontana, ha avuto un impatto diretto e devastante anche sull’Italia.
Nel nostro Paese, tra il 2006 e il 2011, Barclays ha venduto a migliaia di famiglie mutui indicizzati al franco svizzero, che già circolavano dal 1993 con il marchio Woolwich. Questi prodotti erano strutturati su due elementi oggi notoriamente manipolati: il tasso LIBOR e il cambio euro/franco. Quando, dopo il 2011, il franco svizzero ha iniziato a rivalutarsi e il LIBOR ha subito le conseguenze delle manipolazioni, i mutuatari italiani si sono trovati a dover rimborsare molto più del previsto, con un debito residuo che cresceva invece di diminuire.
Non solo: molti clienti hanno denunciato la scarsa comprensibilità dei contratti, la mancanza di adeguate informazioni sui rischi di cambio e l’assenza di trasparenza nel meccanismo di indicizzazione. Il tutto mentre le stesse autorità internazionali sanzionavano Barclays e altre banche per aver manipolato quei tassi proprio negli anni in cui questi mutui venivano sottoscritti.
Alcuni tribunali italiani, come quello di Milano, hanno riconosciuto l’illegittimità delle clausole di indicizzazione, considerando che la variazione del capitale in base al cambio non era stata esplicitamente e chiaramente spiegata. Tuttavia, decisioni contrastanti – come quella del Consiglio di Stato, che ha annullato le sanzioni inflitte a Barclays sostenendo la presunta chiarezza delle clausole – hanno generato ulteriore confusione e sfiducia.
Il legame è evidente: chi ha manipolato i tassi ha contribuito direttamente a creare danni concreti ai cittadini, che hanno firmato mutui apparentemente leciti ma basati su parametri inquinati. E mentre all’estero si inizia timidamente a parlare di responsabilità istituzionali e di revisione delle condanne, in Italia tutto tace.
O peggio: si assolve chi ha venduto prodotti tossici, si condanna chi prova a far valere i propri diritti.
Serve una riflessione urgente sulla trasparenza dei prodotti finanziari, sul ruolo degli organismi di vigilanza e su una giustizia che, troppo spesso, appare più interessata a tutelare gli equilibri di sistema che i cittadini danneggiati.
Mutui Barclays in franchi svizzeri: tra trappole contrattuali e sentenze contrastanti
Grazie al prezioso lavoro de Il Fatto Quotidiano, che continua a tenere alta l’attenzione su una vicenda complessa e poco conosciuta, riemerge con forza il caso dei mutui in franchi svizzeri concessi da Barclays tra il 2003 e il 2010. Recenti sentenze del Tribunale di Milano hanno accolto le istanze dei mutuatari, riconoscendo gravi vizi di trasparenza nei contratti e ordinando il ricalcolo dei debiti residui. Tuttavia, una sentenza del Consiglio di Stato ha ribaltato la prospettiva, ritenendo non dimostrato il carattere ingannevole dell’offerta Barclays. Una divergenza che alimenta confusione e frustrazione tra le migliaia di famiglie italiane ancora intrappolate in mutui indicizzati a una valuta estera di cui, spesso, non era stato chiarito il rischio.
Come sottolinea il giornalista Vincenzo Imperatore, il diritto europeo è un’arma potentissima e va impugnata con determinazione. Accettare l’ingiustizia significherebbe legittimare l’assurdo, come pensare che chi ti ruba il portafoglio lo faccia per contarti i soldi.
Un sentito ringraziamento va alla testata Alghero Notizie e a Paolo Lombardi, un mutuatario che ha scelto di raccontare pubblicamente la propria storia. È grazie a testimonianze come questa se oggi possiamo dare voce a tutte le famiglie sarde coinvolte in una delle pagine più controverse della finanza al dettaglio italiana. Attirati da tassi di interesse apparentemente vantaggiosi, molti sottoscrittori si sono trovati a pagare rate impreviste e a vedere lievitare il proprio debito residuo per via della rivalutazione del franco svizzero. Le loro battaglie legali, oggi rafforzate da alcune sentenze del Tribunale di Milano, puntano a far emergere la scarsa trasparenza e la pericolosità di contratti che si sono trasformati in veri e propri cappi finanziari.
Ogni volta che raccontiamo questa ingiustizia, costruiamo un pezzo della nostra resistenza.
Ogni condivisione è un passo verso la verità.
Non possiamo fermarci: dobbiamo continuare a denunciare, nei tribunali, sui giornali, nelle piazze e online.
Un sentito ringraziamento alla giornalista Patrizia De Rubertis e a Il Fatto Quotidiano per averci nuovamente dato voce. Non è solo un articolo: è un megafono acceso su un’ingiustizia che da troppi anni sta rovinando la vita di migliaia di famiglie, intrappolate nei mutui indicizzati al franco svizzero. In un contesto dove troppo spesso il più debole viene ignorato, questo spazio rappresenta una speranza e una forza in più per la nostra battaglia.
Un grazie speciale va anche a Fabio Rizzo, che con grande coraggio ha condiviso la sua esperienza personale, dando un volto e una voce concreta alla sofferenza di tanti.
Ora tocca a noi: leggiamo, condividiamo, diffondiamo.
Ogni condivisione, ogni parola spesa è un mattone nella costruzione della nostra difesa.
Non possiamo e non dobbiamo smettere di denunciare, sui giornali, nei tribunali, ovunque ci sia bisogno di far sentire la nostra voce.
Insieme possiamo fare la differenza. Non arrendiamoci.
Noi di TuConFin seguiamo da anni la vicenda dei mutui indicizzati al franco svizzero concessi da Barclays, una situazione che ha gettato migliaia di famiglie italiane in una spirale di debiti inaspettati. La banca, che ha cessato le sue operazioni in Italia nel 2016, ha lasciato dietro di sé un’eredità pesante: mutuatari che, nonostante abbiano versato regolarmente le rate, si ritrovano - nei casi peggiori - anche con un debito residuo ben superiore all’importo inizialmente ricevuto.
Dal 2012 abbiamo visto tribunali esprimersi in modi diversi sulla questione. Se da un lato la Cassazione e il Consiglio di Stato hanno riconosciuto la validità dei contratti stipulati con Barclays, dall’altro molti tribunali di merito hanno dato ragione ai mutuatari, riconoscendo che la mancanza di trasparenza sulle conseguenze del tasso di cambio ha avuto un impatto devastante sulle loro finanze.
Le “proposte” di Barclays: una soluzione o una trappola?
Negli ultimi anni, Barclays ha iniziato a inviare ai mutuatari delle “proposte commerciali” che, a prima vista, sembrano offrire una soluzione. Ma la realtà è ben diversa. Queste proposte non prevedono alcuno sconto sul debito e, soprattutto, chi le accetta si impegna a rinunciare a qualsiasi azione legale contro la banca, passata, presente o futura.
Ma non finisce qui: Barclays rifiuta anche di applicare la clausola sulla conversione del mutuo, prevista nei contratti originali, a meno che il mutuatario non accetti la sua nuova versione, praticamente identica ma vincolata alla rinuncia a fare causa.
Si tratta di una strategia studiata per proteggere la banca, non per aiutare i mutuatari. E il risultato è che molte persone, disperate e senza alternative, si vedono costrette ad accettare queste condizioni pur di trovare un minimo di stabilità finanziaria.
Surroga: una via chiusa per i mutuatari Barclays
Un altro ostacolo enorme per chi ha un mutuo Barclays è l’impossibilità di surrogare il proprio finanziamento presso un’altra banca. Perché? Perché la componente aleatoria legata al franco svizzero rende impossibile stabilire con precisione l’importo residuo del debito. Di conseguenza, nessuna banca è disposta a farsi carico di un mutuo che potrebbe continuare a lievitare nel tempo.
Il risultato? Migliaia di famiglie intrappolate in un debito senza via d’uscita, spesso con un residuo da restituire pari o addirittura superiore alla cifra inizialmente richiesta.
L’avvocato Rossi ha ragione, ma la giustizia è lenta… e Barclays lo sa
L’avvocato Marco Rossi ha sottolineato che trovare un accordo con la banca sarebbe la soluzione migliore, perché la giustizia italiana è troppo lenta e spesso inefficace. E ha ragione. Ma è proprio su questo punto che Barclays gioca la sua partita: aspetta, temporeggia e intanto continua a proporre soluzioni che non risolvono nulla, ma che la mettono al riparo da future cause.
Dal 2016 la banca continua a inviare ai mutuatari le famose “proposte”, senza ridurre nemmeno di un euro il capitale dovuto, ma eliminando ogni possibilità di contestazione. E nel frattempo, chi prova a chiedere l’applicazione della clausola di conversione prevista nel contratto si sente rispondere che non è possibile… a meno che non accetti il nuovo documento che, di fatto, obbliga a rinunciare a qualsiasi pretesa.
A supporto della nostra battaglia, riportiamo anche la dichiarazione dell’Avvocato Duilio Manella, che ha ottenuto una vittoria in primo grado contro Barclays con la sentenza 3710/2016 del Tribunale di Pescara:
“Non concordo con il collega che dice che sarebbe ora di accedere ad una strada negoziale. Confido invece molto nella Corte di Giustizia Europea per tutti i principi noti che a me sembrano veramente tombali per l’illegittimità dei mutui Barclays. Un’altra verità, chiara, è che senza TuConFin Barclays avrebbe già stravinto definitivamente.”
Parole che rafforzano la nostra convinzione: se tutto fosse stato davvero chiaro, come alcuni giudici sostengono, le cause sarebbero già concluse da tempo, nel bene o nel male. E invece, dopo anni di battaglie, ci troviamo ancora a lottare contro l’ingiustizia di questi contratti, contro un sistema che sembra voler guadagnare tempo sulle spalle dei mutuatari.
È una trappola.
E come se non bastasse, la maggior parte delle banche rifiuta di accettare una surroga su questi mutui, lasciando i mutuatari senza alcuna possibilità di uscita.
La Corte di Giustizia Europea: un possibile spiraglio per i mutuatari
Un elemento chiave di questa battaglia è il ruolo della Corte di Giustizia Europea (CGUE), che negli anni ha espresso più volte principi fondamentali a tutela dei consumatori nei casi di mutui in valuta estera. La CGUE ha ribadito che i contratti bancari devono rispettare il principio di trasparenza, il che significa che le banche devono fornire ai clienti informazioni chiare, comprensibili e complete sulle conseguenze economiche e finanziarie del mutuo.
Questo è esattamente il punto critico dei mutui Barclays: molti mutuatari hanno firmato senza essere pienamente consapevoli dei rischi legati alla variazione del cambio euro-franco svizzero, perché la banca non ha fornito spiegazioni adeguate.
La giurisprudenza europea si è già espressa in favore dei consumatori in situazioni simili, e questa potrebbe essere una chiave importante anche per le cause in Italia. Tuttavia, la resistenza delle banche e la lentezza del sistema giudiziario nazionale rendono difficile far valere questi principi rapidamente.
Noi di TuConFin non ci arrendiamo
Abbiamo cercato di coinvolgere anche lo Stato, ma alla fine sembra che ci sia convenienza (forse) a far finta di nulla.
Noi, però, crediamo ancora nella Giustizia (anche quella Assoluta). Sappiamo che sempre più persone sono disperate, e proprio per questo sono sempre più combattive. Questa battaglia non è ancora chiusa e, come dimostra la recente sentenza, nulla è perduto.
Continueremo a lottare, a cercare soluzioni e a supportare tutti i mutuatari coinvolti in questa vicenda. Barclays può cercare di prendere tempo, ma noi non molleremo.
Infine, vogliamo ringraziare il giornale "Plus24ore" per averci dedicato ancora una volta spazio e attenzione su un tema così delicato e importante per migliaia di famiglie. La visibilità mediatica è fondamentale per continuare questa battaglia di giustizia.
Una nuova sentenza favorevole per i mutuatari riaccende la battaglia legale contro le clausole di indicizzazione a valuta estera nei contratti di mutuo. Il Tribunale di Milano ha nuovamente sancito la nullità di tali clausole, ordinando il ricalcolo del piano di ammortamento, in una decisione che assume un peso ancora maggiore nel contesto delle ultime vicende giuridiche.
Una Sentenza che Ribalta il Clima di Sconforto
L’importanza di questa pronuncia non risiede solo nel merito della decisione, ma anche nella sua tempistica. Infatti, essa giunge dopo due sentenze sfavorevoli che avevano gettato nello sconforto molti mutuatari, facendo temere che la battaglia legale fosse ormai compromessa. Tuttavia, questa nuova sentenza dimostra che la lotta non è affatto conclusa e che, anzi, è proprio in momenti come questi che bisogna intensificare l’azione legale.
La Coerenza del Giudice: Una Garanzia per i Mutuatari
Un aspetto particolarmente rilevante di questa sentenza è che è stata emessa dallo stesso giudice che già lo scorso anno aveva deciso in favore dei mutuatari. Ciò conferma la solidità dell’impianto giuridico a sostegno dell’invalidità delle clausole di indicizzazione in valuta estera, ribadendo un principio chiave: queste clausole possono essere dichiarate nulle, con la conseguente necessità di ricalcolare il piano di ammortamento in modo più equo.
Attenzione alla Prescrizione: Un Errore che Può Costare Caro
Nonostante l’esito positivo, questa vicenda offre anche un’importante lezione per i mutuatari: è fondamentale prestare attenzione ai termini di prescrizione. In questo caso, infatti, il mutuatario ha agito oltre il termine di dieci anni dall’estinzione del mutuo e dal relativo pagamento della rivalutazione. A causa di questa tardività, alcune delle domande presentate sono state parzialmente rigettate. Questo dimostra che, pur in presenza di diritti lesi, la loro tutela può essere compromessa se non vengono esercitati nei tempi previsti dalla legge.
Un Segnale di Speranza e di Lotta
Questa decisione rappresenta un chiaro segnale: nonostante alcuni pronunciamenti negativi, la giurisprudenza non è monolitica e vi sono ancora margini per ottenere giustizia. È quindi essenziale continuare a combattere, forti del fatto che esistono precedenti favorevoli e che i diritti dei mutuatari possono ancora essere tutelati in sede giudiziaria.
Conclusione: La Battaglia Continua
La sentenza del Tribunale di Milano non solo rafforza la posizione dei mutuatari, ma dimostra anche che le battaglie legali non si vincono né si perdono con singole decisioni. Ogni pronuncia fa parte di un percorso più ampio, e questa vittoria conferma che è ancora possibile ottenere giustizia. Il messaggio è chiaro: non bisogna arrendersi, ma anzi combattere con ancora più determinazione.
Un duro colpo per i mutuatari italiani con mutui indicizzati al franco svizzero (CHF). La recente sentenza del Consiglio di Stato ha ribaltato la decisione del TAR Lazio, annullando il provvedimento dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), che nel 2018 aveva riconosciuto la scarsa trasparenza dei contratti Barclays. Una decisione che lascia migliaia di famiglie senza alcuna tutela.
La vicenda giudiziaria: Barclays contro AGCM e i consumatori
Nel 2018, l’AGCM aveva stabilito che i contratti di mutuo indicizzati al franco svizzero venduti da Barclays tra il 2003 e il 2010 non rispettavano il principio di trasparenza previsto dal Codice del Consumo. Secondo l’Autorità, le clausole contrattuali erano formulate in modo tale da rendere difficilmente comprensibili i rischi legati alla doppia indicizzazione, finanziaria e valutaria. Per questo motivo, Barclays era stata obbligata a pubblicare un estratto del provvedimento sul proprio sito web per venti giorni consecutivi.
Tuttavia, Barclays ha presentato ricorso al TAR Lazio, che nel 2023 ha confermato la decisione dell’AGCM. La banca, decisa a cancellare ogni responsabilità, ha quindi impugnato la sentenza davanti al Consiglio di Stato, che ha accolto il ricorso, sostenendo che le clausole erano chiare e comprensibili e che il rischio fosse noto ai mutuatari fin dalla sottoscrizione del contratto.
La decisione del Consiglio di Stato e le sue conseguenze
Il 20 febbraio 2025, il Consiglio di Stato, con una sentenza firmata dai magistrati Giancarlo Montedoro (Presidente), Giordano Lamberti, Davide Ponte (estensore), Lorenzo Cordi' e Thomas Mathà, ha annullato la decisione dell’AGCM e dato ragione a Barclays.
Secondo il Consiglio di Stato:
Le clausole contrattuali erano chiare e comprensibili per il consumatore medio.
I meccanismi di doppia indicizzazione non erano ingannevoli, in quanto spiegati nei contratti.
I mutuatari erano consapevoli dei rischi di cambio legati al franco svizzero.
L’AGCM non aveva fondati motivi per sanzionare Barclays.
Questa sentenza crea un pericoloso precedente che potrebbe rendere ancora più difficile per i mutuatari ottenere giustizia nei tribunali italiani. Molti giudici di merito hanno riconosciuto le anomalie di questi mutui, ma ora il Consiglio di Stato ha di fatto dato una protezione aggiuntiva a Barclays.
Una sentenza “già pronta nel cassetto”?
Un aspetto particolarmente sospetto è la tempistica con cui è stata emessa la sentenza del Consiglio di Stato. La decisione è arrivata in meno di una settimana, un fatto molto raro per procedimenti così complessi. Questo porta a chiedersi: era una sentenza già scritta? Possibile che fosse già pronta nel cassetto, in attesa solo di essere pubblicata? Questo elemento, unito al contenuto della decisione, rafforza i dubbi sulla parzialità dell’esito.
Ma il contratto era davvero chiaro?
Molti esperti legali e finanziari contestano questa decisione, sottolineando che:
Se il contratto fosse stato chiaro, non sarebbero state necessarie perizie tecniche e battaglie legali durate anni.
Se i giudici stessi danno sentenze opposte su casi simili, significa che il contratto non è affatto chiaro nemmeno per gli esperti del settore.
Il tasso di cambio applicato da Barclays è superiore al tasso di mercato, generando un debito extra ingiustificato per il cliente.
Un caso esemplare è quello di Sheila Meneghetti, vicepresidente dell’Associazione Tuconfin e una delle fondatrici del movimento contro i mutui Barclays.
Meneghetti ha contratto un mutuo nel 2007 per 170.000 euro, ma oggi, dopo aver già versato circa 200.000 euro in rate, si ritrova con un debito residuo di 213.132,78 euro. La doppia indicizzazione e il meccanismo del cambio hanno trasformato un normale mutuo in una trappola finanziaria, obbligandola a vendere la casa e ad accollarsi ulteriori 24.000 euro per chiudere il debito.
La sentenza della Cassazione: una decisione superficiale e in contrasto con la propria giurisprudenza
A peggiorare la situazione, è arrivata anche una recente sentenza della Corte di Cassazione, che ha rigettato le richieste dei mutuatari con una decisione sbrigativa e scarsamente motivata.
A differenza della sentenza n. 23655 del 31 agosto 2021, che formulava ben tre principi di diritto chiari e vincolanti per la successiva giurisprudenza, questa nuova pronuncia non stabilisce alcun principio di diritto, riducendo di fatto la sua valenza nomofilattica.
Inoltre, la decisione della Cassazione è entrata in aperto contrasto con la sua stessa sentenza del 2021, in particolare per quanto riguarda l’efficacia probatoria della delibera AGCM. Proprio per questa contraddizione, la Corte ha deciso di compensare le spese processuali.
Questa situazione avrebbe imposto la rimessione alle Sezioni Unite della Cassazione, come richiesto sia dalla Procura Generale che dai legali dei ricorrenti, per garantire un'interpretazione univoca e conforme al diritto europeo.
Secondo gli avvocati dei mutuatari, questa sentenza frettolosa e superficiale è in contrasto con il diritto UE e con la giurisprudenza della Corte di Giustizia Europea, ma purtroppo non è più impugnabile e determina il giudicato nel rapporto tra i mutuatari e Barclays.
Azione contro lo Stato italiano: la strada del risarcimento
Di fronte a questa ingiustizia, gli avvocati ritengono proponibile un'azione contro lo Stato italiano per risarcimento danni, ai sensi della legge n. 117/1988, modificata nel 2015 proprio per adeguarsi alle condanne dell’Italia da parte della Corte di Giustizia UE.
L’accusa? Violazione del diritto UE e mancata applicazione della giurisprudenza europea, con grave danno ai consumatori italiani.
E ora? Quali sono le prossime mosse?
L’Associazione Tuconfin, insieme ad altri gruppi di tutela dei consumatori, sta valutando:
Un ricorso a livello europeo presso la Corte di Giustizia dell’Unione Europea.
Un’esposto alla Commissione Europea per mancata tutela dei consumatori.
Una denuncia per possibili conflitti di interesse nella gestione del caso.
Una campagna mediatica per portare la vicenda all’attenzione dell’opinione pubblica.
La domanda che rimane è chiara: lo Stato italiano è dalla parte dei cittadini o delle banche?
E’ convocata con l’Assemblea dei Soci della Associazione TuConFin Aps Tutela Consumatori Finanziari, in prima convocazione per il giorno venerdi 14.03.2025 ore 21,30 presso la sede dell’associazione ed in
seconda convocazione per il giorno sabato 15.03.2025 alle ore 11,00
tramite videoconferenza Teams , come previsto dall’art.6 dello Statuto, per discutere e deliberare sul seguente Ordine del Giorno:
Relazione del Presidente sull’attività svolta nel 2024
Approvazione del bilancio consuntivo 2024 e preventivo esercizio 2025
Nomina del nuovo CDA
Varie ed eventuali
Tutte le comunicazioni sono state inviate ai soci, via email, in data 27.02.2025
L’articolo di VareseNews racconta la difficile situazione di molti italiani che hanno contratto mutui Barclays in euro indicizzati al franco svizzero (CHF), attratti da tassi di interesse apparentemente vantaggiosi e dalla promessa di una rata costante, con eventuali adeguamenti previsti solo attraverso un conguaglio semestrale. Questa caratteristica offriva ai mutuatari una maggiore tranquillità, evitando variazioni mensili dell’importo da pagare. Tuttavia, l’imprevisto apprezzamento del franco svizzero ha determinato un forte aumento del debito residuo, rendendo il mutuo un peso insostenibile. Inoltre, e questo è l'aspetto cardine di tutta la questione, la banca non ha fornito informazioni chiare sui rischi occulti e connessi a questa tipologia di contratto, stipulando contratti caratterizzati da una scarsa trasparenza.
In questa difficile situazione, Luca Sereno si sta facendo, insieme a TU.CON.FIN, portavoce del problema, scrivendo a tutti i giornali per far conoscere la sua storia e sensibilizzare l’opinione pubblica. Il suo obiettivo è non solo ottenere giustizia, ma anche far emergere altri mutuatari nella stessa condizione, affinché il problema venga riconosciuto e affrontato su scala più ampia. Attualmente, sono in corso numerose cause legali da parte di chi si sente vittima di pratiche poco chiare e ingannevoli.
L’articolo racconta la difficile situazione di Luca Sereno, un uomo di Albiolo, intrappolato in un mutuo a tassi variabili legato al franco svizzero, erogato dalla banca Barclays nel 2010. Nonostante la speranza iniziale di un finanziamento vantaggioso rispetto a quelli sul mercato, il mutuo si è rivelato un vero e proprio “cappio”, poiché le oscillazioni del cambio euro-franco svizzero hanno fatto lievitare enormemente le rate. Sereno e altri nella stessa situazione si sono rivolti a legali e, in particolare nell'associazione Tuconfin, per difendere i loro diritti, ma la strada per ottenere giustizia rimane complessa e lunga. L’articolo evidenzia la battaglia legale di Sereno e il suo desiderio di non arrendersi, auspicando che la sua storia possa portare maggiore consapevolezza e solidarietà tra coloro che si trovano in condizioni simili.
Il 30 ottobre 2024 si è tenuta un’udienza pubblica presso la Corte di Cassazione a Roma, in Piazza Cavour, alla presenza di figure di spicco tra cui il Pubblico Ministero, i membri della Corte, il Prof. Avv. Alberto Tedoldi e l’Avv. Daniela Parisi, oltre all’Avv. Villani, rappresentante di Barclays. Il caso, riguarda la legittimità di clausole di mutui indicizzati al franco svizzero e le loro implicazioni sui consumatori, dove la parte lesa lotta per sostenere l’invalidità delle clausole a causa della mancanza di trasparenza e di uno squilibrio eccessivo tra le parti, a danno dei mutuatari. Durante l’udienza, il Prof. Avv. Tedoldi ha evidenziato il grave impatto economico e personale sui consumatori, sottolineando l’importanza di tutelare il diritto all’informazione per colmare le asimmetrie contrattuali. L’Avv. Villani ha invece sostenuto la chiarezza delle clausole, ribadendo l’assenza di squilibri contrattuali e negando la presenza di un derivato implicito. Ora si attende con pazienza la decisione della Corte di Cassazione.
All’evento hanno partecipato ben 130 mutuatari provenienti da tutta Italia, riuniti per discutere questo tema di grande rilevanza e per confrontarsi su esperienze e prospettive future. L’incontro ha rappresentato un’opportunità unica per i partecipanti di scambiare conoscenze, creando così una rete di contatti e supporto reciproco.
Un’emozione fortissima ci ha avvolti nel momento della discesa dalla scalinata, vedendo tante persone presenti per sostenerci. È stato particolarmente toccante il supporto espresso nei confronti dei nostri legali, che hanno abbracciato pienamente la nostra causa, dimostrando un impegno e una dedizione straordinari. La loro vicinanza, insieme alla vostra, ha reso questo momento indimenticabile e ha rafforzato il nostro senso di unità e determinazione.
È intervenuto anche il TG5, che ha raccolto video, foto e testimonianze per un servizio dedicato alla nostra causa. Presto andrà in onda, permettendo a un pubblico ancora più ampio di conoscere e comprendere la nostra situazione, grazie alle voci e ai volti dei protagonisti presenti in aula e fuori.
Poiché non è stato possibile far entrare tutti in aula, siamo riusciti a riportare ciò che è successo grazie all’abilità di Cinzia Bernardi, che ha preso appunti velocemente e con precisione. In questo modo, possiamo condividere con tutti i dettagli dell’udienza, rendendo tutti partecipi dei punti salienti e degli interventi più significativi emersi durante il dibattito.
30/10/2024 - ore 10:26
Udienza Pubblica Corte di Cassazione, Piazza Cavour Roma
Di fronte a noi, in sequenza guardando dall'alto il Crocifisso, la scritta La legge è uguale per tutti, al centro i 5 componenti della Corte di Cassazione, alla nostra sinistra il pubblico ministero alla nostra destra il cancelliere, poi subito davanti a noi di spalle il Prof. Avv. Alberto Tedoldi e l'Avv. Daniela Parisi, a destra sempre di spalle l' Avv. di Barclays Villani.
Dopo una introduzione da parte del Presidente della Corte di Cassazione che illustra il meccanismo del contratto Prende la parola il Pubblico Ministero che illustra la richiesta:
l'invalidità delle clausole del mutuo prima casa indicizzato al franco svizzero, per vizio di trasparenza e consenso inconsapevole da parte del mutuatario, per un eccesso di squilibrio tta le parti e conseguenti danni per il mutuatario. La Corte di Appello ha rigettato la remissione della Corte di Cassazione perché afferma che non c'è indeterminatezza e secondo loro anche se va contro il codice del consumo non snatura il contratto, evidenziando un apparente contrasto tra la decisione della Corte e il provvedimento di AGCOM.
Contrasto più apparente che reale! Afferma il Pubblico Ministero.
Il provvedimento di AGCM è una prova privilegiata!
Ma la Corte di Appello dice che le clausole sono chiare.
Ci troviamo però di fronte alla decisione di una autorità indipendente di grande rilevanza anche se si pone su piani differenti. Rimane un fatto il sovrapprezzo che è l'effetto di questo mutuo è ben evidente.
Prende la parola il Prof. Avv . Alberto Tedoldi:
Oggi trattiamo dei principi fondamentali. Questa che stiamo portando avanti è una azione di classe di 10.000 famiglie.
I fondamenti dell'ordinamento giuridico parlano della tutela delle persone, e qui ci sono persone finite dentro una crisi terribile, vittime di un incremento stupefacente delle rate di un mutuo prima casa, a rata fissa con ammortamento alla francese. La vendita di questo prodotto è stata sospesa nel 2011 da Barclays, che è poi uscita dal mercato italiano e bloccata in Italia solo per questo prodotto, che oggi ha cartolarizzato a Miltonia Mortgage Srl a nome Barclays Ireland, come dichiarato nell'ultima comunicazione che è stata inviata ai mutuatari il 11/10/2024.
È chiara l'analogia con i mutui subprime dove la finalità è esclusivamente speculativa, non sono quindi prodotti bancari.
Sono questi mutui prima casa venduti a consumatori con durata di 20-30 anni, il meccanismo genera un fondo positivo o negativo attraverso conguagli semestrali, e questo meccanismo mi è stato illustrato da un perito perché io non sarei stato in grado di comprenderlo, ne parla anche la CTU del Tribunale di Busto Arsizio.
Nessun mutuatario si è accorto di nulla finché una persona ha chiesto l'estinzione anticipata.
Ricordiamo che le toghe che indossiamo hanno un cordone dorato con intrecciato un filo nero, che simboleggia un richiamo figurato della fedeltà al cliente e alla causa.
Un mutuatario ha contratto un mutuo nel 2007 per 167.000 € e dopo 7 anni gli sono stati chiesti 168.000€ per estinzione anticipata a causa della rivalutazione della doppia conversione euro franco svizzero, e addirittura se avesse voluto estinguerlo per assurdo il giorno stesso avrebbe dovuto pagare di più di quello che aveva ricevuto.
Signori non è un caso difficile, come tutte le cose però bisogna guardare dentro, come ha fatto nell'ultima sentenza di 5 giorni fa il Tribunale di Milano.
Per capire il funzionamento delle clausole serve un analista finanziario.
Esiste una giurisprudenza straconsolidata per la trasparenza e la tutela del consumatore.
Esiste un parametro giuridico Europeo che dice che un consumatore deve essere informato alla stipula di qualsiasi contratto per colmare le asimmetrie di qualsiasi natura di cui è inevitabilmente portatore, è una norma "normogenetica".
Chi siamo noi per dire cosa è chiaro e cosa non lo è?
Io qui sto parlando per tutti i consumatori anche per coloro che fanno un semplice acquisto su Amazon.
Il sistema è stato edificato per questa centralità a cui abbiamo deciso di aderire con la nostra sovranità che appunto si fonda su questo sistema normogenetico.
Stiamo parlando della banca Barclays che è stata sanzionata per manipolazioni del Libor Euribor ecc ecc ecc
Ci troviamo di fronte ad una asimmetria spaventosa, attraverso un meccanismo finanziario preparato da periti matematici per esprimerlo attraverso clausole anche sgrammaticare.
Questo modus operandi viola il diritto di libertà uguaglianza e fraternità.
È un sistema a doppio binario, e in questo sistema AGCM che è appunto una autorità indipendente fa delle comparazioni di indipendenza di carattere tecnico con l'Europa che prevede la tutela per questi principi.
È si questa dell'AGCM una prova privilegiata, come si fa a non attribuire al provvedimento dell'AGCM la sua importanza, che cerca di capire cosa garantisce la trasparenza e la correttezza di questo contratto, qui siamo di fronte ad abusi continui.
Anche il TAR del Lazio è a favore del mutuatario.
Il corretto funzionamento di un contratto è legato a norme di diritto per tutto.
Abbiamo finalmente le sentenze del Tribunale di Milano che fino ad ora aveva detto di no al mutuatario, che dopo anni ha ricordato i principi della giurisprudenza (legge quindi un passo della sentenza del Tribunale di Milano) è evidente lo squilibrio e che il rischio grava solo sul mutuatario.
La banca ha scommesso sul fallimento del franco svizzero aveva i grafici di Bloomberg che lo prevedevano.
Nel contratto la banca ha usato artifici ad arte per sviare l'attenzione del mutuatario, ad esempio scrive in stampatello maiuscolo e grassetto solo la dicitura LIBOR CHF 6 MESI.
Fa pagare somme superiori per estinzione anticipata rispetto a quelle ricevute anche 10 anni prima.
Chi può dire cosa è giusto e cosa è sbagliato? E cita la filosofia di Hegel (Al livello della moralità, ciò che è giusto o sbagliato riguarda la coscienza individuale)
Non sto qui a dilungarmi sui derivati.
Ma in qualità di consumatori siamo tutti stupidi e dobbiamo essere tutelati.
La sentenza del Tribunale di Milano contiene contenuti apolitici.
Non è così che ci si discosta da provvedimenti così importanti come AGCM e TAR.
Che la Pace sia sulla terra e che le persone abbiano Giustizia
Prende la parola l'Avv. Villani:
Descrive con tecnicismi stretti le sentenze della corte di Appello ma non entra nel punto.
Le clausole sono chiarissime e non esiste squilibrio tra le parti che sono sottoposte allo stesso meccanismo.
La corte di Cassazione e le sezioni unite hanno negato l'esistenza di un derivato implicito.
La corte di Cassazione nel 2021 dice che il provvedimento di AGCM possa assumere una valenza privilegiata, ma è un principio da rivedere perché è in contrasto con l'arte 37 bisogna comma 4 del codice del consumo.
È prevista una separazione di poteri e il potere amministrativo di AGCM non può essere più forte di un potere giudiziario.
L'udienza si conclude alle ore 11:06
Ora attendiamo con grande pazienza la decisione della Corte di Cassazione che si riunirà subito dopo l'udienza. L'esito finale verrà comunicato dalla Cancelleria del Tribunale ai nostri legali in un arco temporale, purtroppo, indefinito. Ci auguriamo che questo avvenga il prima possibile e con esiti a noi favorevoli!
Un sincero ringraziamento va a tutti i partecipanti, con una menzione speciale per coloro che hanno contribuito attivamente alla gestione e organizzazione dell’evento. Grazie al vostro impegno, siamo riusciti a rendere questa giornata significativa e ben strutturata, permettendo a tutti di essere parte di un momento importante. La vostra dedizione è stata fondamentale per il successo dell’incontro.
E ora una piccola raccolta di foto e un breve video in cui il nostro Avv. Prof. Tedoldi racconta l’accaduto, riassumendo i punti chiave dell’udienza e spiegando le problematiche principali affrontate in aula. Questo materiale offre una panoramica diretta della giornata, permettendo a tutti di sentirsi parte dell’evento e di comprendere meglio il percorso che stiamo portando avanti insieme.
La sentenza n. 9265/2024 del Tribunale di Milano rappresenta un traguardo significativo per i mutuatari, confermando la correttezza delle loro posizioni e riconoscendo i loro diritti nei confronti di Barclays Bank Ireland PLC. Il Tribunale ha dichiarato nulle le clausole contrattuali sui mutui indicizzati in franchi svizzeri per mancanza di trasparenza e chiarezza, evidenziando l’eccessivo rischio valutario a cui erano esposti i mutuatari, mai sufficientemente informati dalla banca.
Punti Chiave della Sentenza a Nostro Favore
1.Nullità delle Clausole Contrattuali (artt. 4, 4 bis, 7 e 7 bis): La sentenza ha dichiarato nulle le clausole che regolavano il tasso di interesse e il cambio valutario, poiché non rispettavano i principi di chiarezza e trasparenza previsti dal Codice del Consumo. L’assenza di informazioni chiare su rischi e modalità di calcolo degli interessi ha portato a uno squilibrio nei contratti a svantaggio dei consumatori.
2.Mancanza di Informazione sul Rischio Valutario: I mutuatari non sono stati avvisati del rischio valutario legato al rapporto di cambio CHF/EURO. Tale omessa informazione ha impedito loro di comprendere che il capitale residuo potesse lievitare ben oltre l’importo iniziale del mutuo.
3.Illegittimità della Doppia Indicizzazione: La sentenza ha sottolineato l’opacità della doppia indicizzazione (finanziaria e valutaria) che, come accertato dalla consulenza tecnica, ha creato un ulteriore svantaggio economico per i mutuatari.
4.Ricalcolo e Restituzione delle Somme: Il Tribunale ha ordinato a Barclays di ricalcolare il debito applicando un tasso di interesse equo e di restituire ai mutuatari le somme indebitamente percepite. È un punto fondamentale, che conferma il diritto dei consumatori di non subire costi eccessivi derivanti da clausole non trasparenti.
Importanza del Risultato
La sentenza n. 9265/2024 del Tribunale di Milano rappresenta un traguardo significativo per i mutuatari italiani, riconoscendo un risarcimento complessivo che si aggira intorno al mezzo milione di euro. Sebbene questa cifra possa apparire “noccioline” per Barclays, considerando le ampie speculazioni effettuate nel tempo sui contratti di mutuo indicizzati in valuta estera, essa rappresenta per le famiglie coinvolte una boccata d’aria fondamentale.
Con questa decisione, il Tribunale ha riconosciuto l’assenza di trasparenza e chiarezza nelle clausole contrattuali, che non avrebbero sufficientemente informato i mutuatari sui rischi del cambio CHF/EURO, portando alla nullità di queste condizioni e aprendo la strada alla restituzione delle somme indebitamente percepite.
Il risultato ottenuto rappresenta un messaggio forte in favore della tutela dei consumatori, riaffermando il loro diritto alla giustizia e stabilendo un precedente fondamentale nella difesa contro pratiche bancarie opache.
Ringraziamenti speciali
Questo straordinario risultato è stato possibile grazie al lavoro incessante dello studio legale, nello specifico l'Avv. Prof. Tedoldi e l'Avv. Parisi, che ci ha accompagnato in questa lunga battaglia, credendo sempre nelle nostre ragioni e garantendoci un supporto essenziale. Lo studio ha saputo valorizzare ogni elemento della nostra difesa e dimostrare la fondatezza delle nostre richieste, anche di fronte a clausole contrattuali estremamente complesse e oscure.
Oltre al contributo dello studio legale, è doveroso riconoscere anche il coraggio di chi si è esposto in prima persona, accettando il carico delle rivalutazioni e sostenendo i costi legali.
Grazie alla convenzione Tuconfin, le spese processuali sono state contenute, permettendo di costruire una solida base giuridica a vantaggio di tutti.