LIBOR, EURIBOR e mutui in franchi svizzeri: quando la manipolazione si paga a caro prezzo. Ma solo i cittadini.
Nel 2023 il giornalista della BBC Andy Verity ha pubblicato Rigged, un libro-inchiesta che smonta la narrazione ufficiale sullo scandalo della manipolazione dei tassi interbancari LIBOR ed EURIBOR, scoppiato a seguito della crisi finanziaria del 2008. Secondo Verity, non furono semplici “mele marce” – alcuni trader isolati – a truccare i tassi, ma furono le stesse istituzioni finanziarie, supportate da governi e banche centrali, a orchestrare consapevolmente la manipolazione per proteggere la stabilità apparente del sistema bancario.
Le sue rivelazioni si basano su registrazioni audio inedite di conversazioni tra trader di Barclays, da cui emerge chiaramente come la Banca d’Inghilterra e membri del governo britannico esercitarono pressioni affinché venissero comunicati tassi più bassi rispetto a quelli reali. Questa pratica, nota come lowballing, serviva a rassicurare i mercati in un momento di panico globale.
Tuttavia, le indagini giudiziarie che seguirono colpirono solo i livelli più bassi della catena. Trader come Tom Hayes e Carlo Palombo sono stati condannati e incarcerati, mentre chi impartiva gli ordini è rimasto nell’ombra. Anche dopo che nuove prove hanno indicato che molti di loro agivano su istruzioni superiori, nessuna revisione dei processi è stata concessa.
Questa vicenda, apparentemente lontana, ha avuto un impatto diretto e devastante anche sull’Italia.
Nel nostro Paese, tra il 2006 e il 2011, Barclays ha venduto a migliaia di famiglie mutui indicizzati al franco svizzero, che già circolavano dal 1993 con il marchio Woolwich. Questi prodotti erano strutturati su due elementi oggi notoriamente manipolati: il tasso LIBOR e il cambio euro/franco. Quando, dopo il 2011, il franco svizzero ha iniziato a rivalutarsi e il LIBOR ha subito le conseguenze delle manipolazioni, i mutuatari italiani si sono trovati a dover rimborsare molto più del previsto, con un debito residuo che cresceva invece di diminuire.
Non solo: molti clienti hanno denunciato la scarsa comprensibilità dei contratti, la mancanza di adeguate informazioni sui rischi di cambio e l’assenza di trasparenza nel meccanismo di indicizzazione. Il tutto mentre le stesse autorità internazionali sanzionavano Barclays e altre banche per aver manipolato quei tassi proprio negli anni in cui questi mutui venivano sottoscritti.
Alcuni tribunali italiani, come quello di Milano, hanno riconosciuto l’illegittimità delle clausole di indicizzazione, considerando che la variazione del capitale in base al cambio non era stata esplicitamente e chiaramente spiegata. Tuttavia, decisioni contrastanti – come quella del Consiglio di Stato, che ha annullato le sanzioni inflitte a Barclays sostenendo la presunta chiarezza delle clausole – hanno generato ulteriore confusione e sfiducia.
Il legame è evidente: chi ha manipolato i tassi ha contribuito direttamente a creare danni concreti ai cittadini, che hanno firmato mutui apparentemente leciti ma basati su parametri inquinati. E mentre all’estero si inizia timidamente a parlare di responsabilità istituzionali e di revisione delle condanne, in Italia tutto tace.
O peggio: si assolve chi ha venduto prodotti tossici, si condanna chi prova a far valere i propri diritti.
Serve una riflessione urgente sulla trasparenza dei prodotti finanziari, sul ruolo degli organismi di vigilanza e su una giustizia che, troppo spesso, appare più interessata a tutelare gli equilibri di sistema che i cittadini danneggiati.
E allora, l’Italia quando si sveglierà?