Mutui in Franchi Svizzeri: perché sempre più italiani smettono di pagare e scelgono la via legale
Crescono i ricorsi e aumentano le rate: la questione dei mutui indicizzati al franco svizzero torna al centro del dibattito
Migliaia di famiglie si trovano oggi schiacciate da rate sempre più alte, legate alla rivalutazione del cambio e a clausole di indicizzazione opache, che hanno trasformato un normale finanziamento in un vero e proprio cappio economico.
La sentenza del Tribunale di Salerno: le clausole di indicizzazione sono nulle
Con la sentenza n. 3602 del 13 settembre 2025, il Tribunale di Salerno ha stabilito un principio importante: le clausole di indicizzazione al franco svizzero, se poco chiare o incomprensibili per il consumatore, sono nulle.
Il caso riguardava un mutuo da 165.000 euro stipulato nel 2007 con Barclays Bank PLC, in cui la rata era legata al tasso Libor CHF e al cambio euro/franco svizzero.
Al momento dell’estinzione anticipata, la banca aveva richiesto quasi 50.000 euro in più, solo per la rivalutazione valutaria.
Il Tribunale ha ritenuto che il meccanismo di calcolo fosse oscuro e squilibrato, perché trasferiva tutto il rischio di cambio sul mutuatario, senza un reale vantaggio compensativo.
Risultato: clausole nulle e obbligo per la banca di restituire oltre 67.000 euro, tra rivalutazione e interessi.
In Italia cresce il numero di ricorsi (e di chi smette di pagare)
Oggi, in tutta Italia, il numero di ricorsi legali sui mutui in franchi svizzeri è in costante aumento.
Ma cresce anche un altro fenomeno: sempre più mutuatari smettono di pagare le rate, perché ormai insostenibili.
Gli importi mensili, gonfiati dalle oscillazioni del cambio, sono diventati per molti una spesa impossibile da sostenere.
A peggiorare la situazione è la mancanza di uniformità nelle sentenze: ogni tribunale sembra decidere in modo diverso, alimentando l’incertezza e la sensazione di ingiustizia.
Questa incostanza dei giudici, oltre a generare sfiducia, mette in luce quanto poco trasparente fosse il meccanismo contrattuale alla base di questi mutui.
Per molte famiglie, avviare una causa non è più una scelta, ma una necessità: l’unico modo per cercare di fermare un debito che cresce mese dopo mese.
L’offerta di Barclays: una “mano tesa” solo in apparenza
Dal 2016 Barclays ha lanciato una specifica offerta commerciale dedicata ai mutui in franchi svizzeri, presentandola come una soluzione “equa” per aiutare i clienti in difficoltà.
In realtà, quell’iniziativa si è rivelata un tentativo di arginare l’ondata di ricorsi giudiziari e di convincere i tribunali che la banca stesse agendo in modo collaborativo e responsabile.
Dietro la facciata della “proposta di aiuto” si nasconde, però, un meccanismo tutt’altro che vantaggioso:
- Nessuno sconto reale per il mutuatario;
- Rinuncia obbligatoria a qualsiasi azione legale – passata, presente o futura.
Una strategia studiata più per proteggere l’istituto che per tutelare i clienti.
Il messaggio implicito, tristemente attuale, è quello di un sistema in cui chi subisce un torto viene trattato come un approfittatore, mentre chi ha generato il problema finisce per apparire la vittima.
Una battaglia ancora aperta
La questione dei mutui in franchi svizzeri resta tutt’altro che chiusa.
Le decisioni come quella del Tribunale di Salerno segnano un passo importante verso la tutela dei consumatori, ma servirebbe una linea giurisprudenziale chiara e coerente.
Finché ciò non accadrà, centinaia di famiglie continueranno a trovarsi davanti a una scelta difficile:
👉 Pagare rate ormai insostenibili,
oppure
👉 intraprendere una causa, sperando di ottenere giustizia.

