Plus24 de Il Sole 24 Ore: Barclays continua a non ascoltare i richiami dell’Abf

E tra tutti gli articoli di giornale non poteva di certo mancare Il Sole 24 Ore con l'inserto Plus24.

Il caso dei mutui in euro indicizzati al franco svizzero di Barclays Bank Plc non smette mai di far parlare di se...

Qui di seguito l'articolo del 02.09.2017:

Barclays continua a fare orecchie da mercante e disattende ancora una volta i pronunciamenti dell’Arbitro bancario finanziario. In settimana l’Abf ha comunicato che la banca inglese non ha rispettato altre 8 decisioni adottate dai vari Collegi accogliendo i ricorsi dei clienti che avevano sottoscritto uno dei famigerati mutui in franchi svizzeri. Salgono così a 23 da inizio anno le citazioni di Barclays nella lista nera degli intermediari inadempienti, candidandosi a guidare ancora una volta la classifica dei disubbidienti che nel 2016 ha già “vinto” con 15 inadempienze. I pronunciamenti dell’Abf, si sa, non sono vincolanti. Entrambe le parti possono decidere di non ottemperare alla sua decisione e di ricorrere alla giustizia ordinaria. L’Abf è un sistema stragiudiziale di risoluzione delle controversie tra utenti del sistema finanziario. Le persone che ritengono di aver subito un torto da una banca o società finanziaria, possono rivolgersi all’Abf. Presentare un ricorso costa al massimo 20 euro (qualora venisse rigettato). Negli anni solo nell’1% dei casi gli intermediari sono stati inadempienti non rispettando la decisione dell’Abf e Barclays più volte è stato in cima a questa lista. La mancata ottemperanza comporta l’iscrizione in questa sorta di “pubblica gogna” con conseguenti perdita di immagine da parte dell’intermediario e rischio di maggiori controlli da parte di Banca d’Italia. Nello specifico quasi tutte le inadempienze di Barclays fanno riferimento al mutui in euro, ma con doppia indicizzazione al tasso (Libor Chf) e al cambio (Chf\Euro) che è stato commercializzato da Woolwich Bank (poi incorporata in Barclays) e Barclays dal 2003 al 2009.  In caso di estinzione anticipata, la banca (in forza dell’articolo 7 del contratto) chiede ai propri clienti una somma - spesso sostanziosa - a titolo di rivalutazione monetaria, calcolata sulla base di una clausola che l’Abf ha spesso ritenuto nulla per mancata indicazione dei criteri aritmetici con cui effettuare il calcolo. Nel 2015 un’ordinanza del Tribunale di Milano ha osservato che la clausola sarebbe vessatoria perché poco chiara, salvo però rigettare la domanda dell’associazione consumatori per motivi processuali. Questa posizione è stata poi ripresa dal Tribunale di Roma con un’ordinanza del 3 gennaio 2017. Il 10 marzo scorso il Tribunale di Busto Arsizio ha sancito un ulteriore tassello a favore dei clienti. Barclays ha sempre ricorso in appello, anche perché in una delle tante vertenze in corso, ribaltando la giurisprudenza precedente, il Tribunale di Milano il 9 giugno scorso ha dato ragione alla banca. Anche in questo caso è stato presentato appello. E per i mutuatari non resta che attendere le lungaggini della giustizia ordinaria.

Si ringrazia, ancora una volta, Gianfranco Ursino per aver dato voce alla nostra problematica.

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